«Il
bridge
rafforza gli anticorpi»
WASHINGTON - Giocare a carte, in particolare a bridge, può rafforzare il sistema immunitario. Almeno temporaneamente: è questo il sorprendente risultato di uno studio scientifico realizzato da ricercatori della prestigiosa università di California a Berkeley. Le analisi del sangue condotte su dodici attempate giocatrici di bridge, tra i settanta e gli ottant’anni di età, non mentono: dopo novanta minuti di partita serrata, i livelli dei linfociti T che rappresentano le principali armi di difesa immunitaria contro l’attacco di virus e infezioni, sono «saliti considerevolmente in otto giocatrici», e «mediamente» nelle altre quattro volontarie. Il risultato, secondo gli esperti, rafforza la teoria di un nuovo campo di studio scientifico: la cosiddetta neuroimmunologia che considera le attività del sistema nervoso e del sistema immunitario in continua interazione.
Il gioco del bridge, che richiede memoria, concentrazione, pianificazione, intraprendenza, spiega Marian Cleeves Diamond, autrice del rapporto, stimola l’area dorso-laterale del cervello che sembra giocare anche un importante ruolo immunitario